La rivoluzione Green e la paura del “Cigno Verde”

Cosa si intende quando si parla di “Cigno Verde”?

A dispetto della connotazione dalle sfumature romantiche, quando parliamo di Cigno Verde si indica eventi climatici avversi in grado di sconvolgere l’intero sistema finanziario mondiale. Degli esempi? I grandi incendi in Australia, oppure il disastro ambientale di inizio giugno del 2020 in Siberia, non sono delle casualità, ma sono dei concreti segnali lanciati dall’ambiente, che sfoceranno inevitabilmente in scenari ancora più estremi e potenzialmente catastrofici di precarietà e incertezza, soprattutto a livello economico.

Queste sono tutte facce di una stessa medaglia, quella dell’emergenza climatica, che negli ultimi anni sta diventando sempre più pressante, ma che vede pochissimi interventi concreti per invertire la tendenza. La crisi energetica, di questo passo, sarà inevitabile, perché la transizione dai combustibili fossili all’energia green non sarà un processo senza alcun costo aggiuntivo, andando a colpire anche il settore della logistica e del trasporto su gomma, impattando sulla vita di tutti i giorni.

Quali sono gli effetti negativi?

I primi effetti negativi della transizione energetica, sono già evidenti e sotto gli occhi di tutti. Primo fra tutti l’aumento del costo dei carburanti, in particolare del gas metano, il cui aumento spropositato, a volte anche del 100%, somma oltre ai costi della transizione, anche quelli di un processo di speculazione che durerà per tutto il periodo della transizione energetica, e al quale i governi dovrebbero porre un freno con scelte adeguate.

Trans Italia e le strategie per affrontare la crisi

Anche Trans Italia, tra le prime realtà italiane ad adottare i trattori stradali alimentati a gas metano liquido, si ritrova a essere coinvolta nella crisi generata dalla transizione energetica, con l’aumento spropositato del costo del metano liquido, che fino a poco tempo fa era conveniente e a prezzi competitivi rispetto al gasolio. Una crisi energetica che può spingere il mondo della logistica sull’orlo del collasso. A patto che venga combattuta adeguatamente, ottimizzando la gestione dei mezzi di trasporto con strategie apposite, come già fatto da Trans Italia tempo fa, ma ancor di più agendo sulle politiche globali riguardanti la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, un settore, questo, che deve essere appannaggio dei governi dei singoli stati.

E l’Europa?

Il “Patto Verde”, avviato nel dicembre 2019 dall’Unione Europea, è finalizzato a una cooperazione  tra gli Stati membri. È volta a regolare le emissioni di gas serra nell’atmosfera, instradando quindi il Vecchio Continente verso le politiche verdi. Uno sforzo sovrumano che riguarderà, ovviamente, anche il settore dei trasporti e della logistica. Gli obiettivi saranno quelli di abbattere le emissioni di gas nocivi, implementando le flotte di mezzi con nuovi trattori a basse emissioni.

Si garantirà un’economia moderna, pulita e al contempo efficiente dal punto di vista delle risorse e della competitività. Abbattere le emissioni di gas serra, principalmente anidride carbonica, non è fattibile da un giorno all’altro. Per abbassare di un singolo grado la temperatura del Pianeta, sarebbe necessario interrompere tutte le emissioni di anidride carbonica. Gli effetti però sarebbero apprezzabili e visibili probabilmente dopo decenni. Per questo motivo è necessario pianificare, modernizzare, implementare la ricerca soprattutto nel campo, per esempio, dei combustibili o dei sistemi per abbattere l’anidride carbonica. I costi saranno esorbitanti nel primo periodo della transizione, ma inevitabili, se si vuole dare realmente una svolta in questo campo.