Interporto Verona, il fiore all’occhiello della logistica italiana
Verona, oltre ad essere una città ricca di storia, architettura, arte e musica, è anche conosciuta in tutta Europa per essere uno degli snodi logistici più grandi e attivi. È l’Interporto di Verona – Quadrante Europa infatti il luogo dove ogni giorni arrivano automezzi dall’Italia così come dall’Europa continentale, per essere poi smistati attraverso la rete ferroviaria. Ma perché l’Interporto di Verona è una delle mete preferite da Trans Italia?
Cos’è l’Interporto di Verona?
L’Interporto di Verona – Quadrante Europa è un enorme sistema infrastrutturale, gestito ed ideato dal Consorzio ZAI con piano particolareggiato approvato dalla Regione Veneto. Collegato direttamente con l’aeroporto di Villafranca, l’Interporto si estende su una superficie di oltre 2.500.000 mq, posto all’incrocio delle autostrade del Brennero (direttrice nord-sud) e Serenissima (direttrice ovest-est) e all’incrocio delle corrispondenti linee ferroviarie. Per far comprendere poi il processo d’espansione basti pensare che in programma vi è l’ampliamento a ben 4milioni e 200mila mq.
Per dare un’idea del traffico basti pensare che solo nel 2021 sono partiti ben 14258 treni intermodali. Nel 2019 vi è stato un passaggio di circa 16milioni e 543mila tonnellate via autoarticolato, con un aumento durante il periodo di ripresa post-Covid del 2021 che ha portato le tonnellate a 16milioni e 841mila tonnellate e un aumento di poco meno di 300mila tonnellate di materiale, da e per l’Italia.
Tali numeri lo pongono al primo posto per volumi di traffico combinato, dandogli anche il riconoscimento europeo come miglior interporto.
Le rotte e i progetti in cantiere
Non solo presente ma anche futuro. Punto cardine tra il nord-ovest e il sud-est d’Europa, collegando sia le rotte verso la Germania e l’Europa dell’Est che quelle con Francia e Spagna, l’Interporto ha anche l’ambizione di espandersi collegandosi con il canale fluvio marittimo di Milano, Cremona, Mantova, Legnago, Rovigo e Po di Levante. Un complesso che ad oggi racchiude inoltre le sedi al suo interno di oltre 100 aziende e circa 10mila dipendenti.
Intermodalità e multimodalità, le due filosofie di Trans Italia come simbolo dell’Interporto
Quando si parla di politiche sostenibili si può tranquillamente pensare all’Interporto di Verona. È l’infrastruttura simbolo dell’intermodalità e della multimodalità italiana, due politiche intrinseche all’attività svolta da decenni, sin dal 1984, da parte di Trans Italia. L’interconnessione di diverse modalità di trasporto è il vero vantaggio di un polo logistico di tale grandezza e spessore. Dalla modalità su gomma, più flessibile e di “corto raggio”, ci si trasferisce su quella più economica e veloce su ferro, fino a giungere a quella aerea.
Una commistione di mezzi al quale si aggiunge la capacità di riunire in un singolo grande centro tutte e tre le categorie principali degli operatori. Dalle attività produttive alle aziende di spedizione fino agli stessi operatori logistici. È anche per questo che Trans Italia punta molto su tale infrastruttura. Far viaggiare merci sui binari infatti è una delle scelte aziendali perfettamente compatibile con una versione più green del futuro della logistica. Il sogno rimane sempre quello delle emissioni zero. L’intermodalità offerta dal gran sistema di Verona riesce ad oggi a raggiungere obiettivi importanti, abbattendo notevolmente emissioni che altrimenti sarebbero esponenzialmente più alte.
Non solo. L’Interporto è un fiore all’occhiello anche per quel che riguarda la tecnologia. Interamente cablato con una rete telematica, la sua attività è interamente connessa. Con servizi di trasmissione dati, fonia, immagini e accesso a banche dati internazionali in tempo reale, riesce a garantire anche processi di digitalizzazione, altro punto all’ordine del giorno dell’agenda europea. Una struttura, tra le poche italiane, che riesce a guardare al futuro senza dimenticare il presente.