Food Retail, la logistica nella Grande Distribuzione Organizzata, l’intervista a Luigi D’Auria, Ceo Trans Italia
Se Trans Italia ha raggiunto, nel corso dei suoi 37 anni di storia, il ruolo di primo rilievo riconosciutogli oggi, è soprattutto per la grande capacità di organizzazione e di innovazione dei processi. Un lavoro certosino, migliorato col tempo, sin dal 1984, e portato avanti con passione e con un occhio vigile verso le nuove tecnologie. In un mondo che diventa sempre più digitale e “connesso” e dove il progresso rende il pianeta sempre più piccolo, essere al passo coi tempi è fondamentale. Serve quindi un organico sistema di distribuzione dei beni, nell’ambito del Food Retail ad esempio, che possa portare nei supermercati prodotti freschi e di qualità, con un’organizzazione che fa del tempo e della precisione le sue caratteristiche migliori.
A parlarci dei delicati quanto complessi e ben oliati ingranaggi della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) costruiti da Trans Italia in questi anni è il Ceo, Luigi D’Auria.
Quali sono gli accorgimenti tecnici e metodologici per assicurare che la merce sia trasportata ai punti di vendita della distribuzione di massa nei tempi previsti, in modo efficiente e con minore dispendio economico?
L’azienda ha un collaudato processo di spedizione che consente una ottimizzazione dei percorsi sulla base dell’acquisizione dei dati di viabilità, una programmazione efficiente dei veicoli e un costante monitoraggio degli stessi, il che permette di analizzare la posizione oltre ai tempi di guida del personale viaggiante e di generare degli alert in presenza di potenziali problematiche di percorrenza che causerebbero degli scostamenti rispetto alle tempistiche pianificate.
Tali aspetti connessi all’utilizzo di veicoli “green” di ultima generazione, che contengono le emissioni in atmosfera, e all’intermodalità/multimodalità strada/mare/rotaia garantiscono nel complesso un trasporto nel rispetto delle tempistiche di percorrenza pianificate e un minor dispendio economico che è strettamente connesso alla sostenibilità ambientale.
Quali sono le aree, in questo ambito nevralgico del sistema di approvvigionamento, su cui i retailer possono lavorare con cura per ricavare massima efficienza e quali, in buona sostanza, gli interventi più utili per ottenere evidenti risparmi nei costi ?
La trasmissione accurata delle informazioni sulla richiesta del ritiro consente:
- la corretta pianificazione del trasporto e, quindi, l’utilizzo di veicoli adatti alle specifiche esigenze di carico;
- l’ottimizzazione delle operazioni di carico/scarico della merce e, di conseguenza, l’impegno del personale viaggiante impiegato nell’esecuzione delle stesse;
- il transito del veicolo senza ostacoli di tipo “documentale”.
Sotto quest’ultimo profilo, puntando ad una mobilità sempre più ecologica e sostenibile, l’apporto anche dei retailer nell’utilizzo dell’e-CMR, quindi, della documentazione di trasporto digitalizzata, contribuirebbe sensibilmente ad avere maggiore completezza di informazioni, allineamento in tempo reale di tutti gli operatori della catena di trasporto e agevolazione e riduzione delle tempistiche di controllo e/o imbarco. Nella pratica, la digitalizzazione semplificherebbe tutti gli step in cui c’è necessità di controllo della documentazione per le verifiche in itinere.
Con quale misura e quali strumenti concreti, attualmente, la tecnologia potrebbe contribuire nei processi di trasmissione e scambio dei dati?
In un’ottica di economia circolare, come già esposto nei due punti precedenti, la tecnologia abilita l’ottimizzazione dei percorsi e dei tempi di attesa al carico/scarico/presso i porti e/o terminal, il monitoraggio dei tempi di guida e di riposo del personale viaggiante e agevola la compilazione dei documenti di trasporto al fine di renderli disponibili per i dovuti controlli anche preventivi e a distanza. La digitalizzazione delle varie fasi del trasporto consentirebbe la condivisione dei dati tra i vari attori della filiera, al fine di gestirli al meglio per ottimizzare tutte le fasi della catena di fornitura.
Allo stato attuale, c’è manifesta collaborazione tra distribuzione, industria e vari operatori del settore logistico?
Ovviamente c’è collaborazione: tali attori nella supply chain sono in stretta sinergia e costituiscono un comparto unico.
Relazioni più strette tra gli operatori potrebbero configurare ulteriori vantaggi, secondo schemi di reciprocità?
Certamente. A titolo esemplificativo – sappiamo che per adempiere agli obiettivi di neutralità climatica nell’UE entro il 2050, compreso l’obiettivo intermedio di una riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 – solo una reciproca collaborazione tra gli operatori, come anelli di una stessa catena, consentirà di vincere questa sfida.
In caso affermativo al quesito del punto 5, quali azioni specifiche potrebbero essere implementate e praticate per rafforzare ulteriormente questi rapporti di collaborazione?
Sicuramente, come accennavamo in precedenza, la digitalizzazione e le nuove piattaforme tecnologiche costituiscono i driver su cui agire: lo sviluppo di interfacce tra i sistemi informativi dei diversi attori coinvolti può giocare un ruolo fondamentale. La condivisione delle informazioni abiliterebbe una maggiore efficienza dei processi che, integrata ad una cultura aziendale sempre più orientata alla sostenibilità, potrà condurre a traguardi sempre più ambiziosi.
Come avviene, di norma il processo di scambio di dati e informazioni concernenti il trasporto delle merci? E come potrebbe essere migliorato?
Ad oggi, la nostra azienda ha già attivato il track & trace che permette al committente di monitorare le spedizioni accedendo ai dati di localizzazione dei mezzi sulle varie piattaforme utilizzate. A questo si aggiunge il nostro software sviluppato ad hoc per la gestione degli eventi (ad esempio, arrivo al punto di carico/scarico, esiti di consegna). Questo grazie ad investimenti in soluzioni innovative che nel tempo sono stati realizzati: ovviamente, un allineamento sulle tecnologie più all’avanguardia di interscambio dei dati da parte degli altri rami della filiera porterebbe all’ottimizzazione di tutti i flussi logistici.
Quali insegne distributive sono operative con migliore funzionalità logistica, oggi in Italia ? E con quale tipo di organizzazione operano, per ottenere tale risultato?
Ne potremmo citare diverse: Nestlé, Kellogg’s, Coca-Cola, Barilla rappresentano certamente alcune delle insegne distributive con skill organizzative più all’avanguardia. Tali compagnie stanno richiedendo ai loro fornitori – in tutti i settori di attività – standard sempre più elevati. A cui si aggiunge un monitoraggio sempre più spinto delle spedizioni dal punto di vista della sostenibilità. Proprio con tali attori sono stati avviati dei progetti di trasporto “green” prevedenti, come già detto, l’utilizzo di trattori LNG (liquefied natural gas) nel primo ed ultimo miglio delle spedizioni intermodali/multimodali.
Ci sono aree del Paese in cui l’efficienza logistica presenta standard più bassi: dove, perché e come si potrebbe rimediare all’anomalia?
Il “dislivello” ormai attutito nell’efficienza logistica in Italia è una diretta conseguenza dello storico divario fra il Sud e il resto del Paese. Non solo, dato che vi sono differenze anche tra le diverse aree del Sud. Ad esempio, nello scenario “green”, pensiamo alla disponibilità di impianti per la produzione e distribuzione di biometano/LNG destinato all’autotrazione. Tali stazioni di servizio ormai non sono più una prerogativa solo del Centro-Nord.
La sostenibilità finalmente si fa strada anche in Sicilia con l’inaugurazione della prima stazione di rifornimento. In Campania si stanno attivando numerosi progetti per lo sfruttamento energetico delle biomasse vegetali o animali per produrre biogas. Questo abiliterà nel prossimo futuro l’utilizzo di biometano anche nel Sud Italia. Sicuramente, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è l’occasione per compiere un primo grande passo per fare dell’Italia una piattaforma logistica integrata del Mediterraneo, valorizzando al meglio la “risorsa mare” in tutte le sue articolazioni economiche e traducendola in una leva di sviluppo per l’intero Paese.
Quali sono invece le aree più efficienti e virtuose: quali, dunque, le ragioni di tali differenze?
Come detto, per centrare gli obiettivi europei della transizione energetica, digitale e della resilienza, il Piano di nuovi investimenti e tecnologie (PNRR) si spera consentirà nei prossimi anni la risoluzione definitiva del divario. Come? Abilitando l’integrazione delle piattaforme logistiche del Sud con quelle del Centro-Nord, storicamente più avanzato in termini di dotazione infrastrutturale, di servizi, e di accessibilità.
Il contesto europeo come si configura ? Quali sono i Paesi in cui la logistica ed i rapporti tra gli operatori funzionano meglio ? E quali sono le ragioni che stanno alla base di questa situazione?
Un’importante evidenza è fornita dal Logistics Performance Index (LPI), istituito dalla Banca Mondiale. Uno strumento di benchmarking che quantifica la competitività della logistica a livello internazionale e macroeconomico. Tale indice considera numerosi parametri: efficienza del processo di espletamento delle formalità burocratiche, qualità delle infrastrutture commerciali e di trasporto, facilità di organizzare spedizioni a prezzi competitivi, competenza e qualità dei servizi di logistica, tracciabilità e puntualità delle spedizioni. La classifica dei Paesi in base all’indice LPI più recente risale al 2018 (6ª edizione). Al primo posto, si trova la Germania, seguita dalla Svezia e dal Belgio.
Il ‘click and collect’ e l’evoluzione più generale del commercio digitale. Che novità hanno comportato nel settore logistico? Nel particolare, che tipo di variazioni hanno determinato nei rapporti tra la distribuzione di massa e gli operatori della logistica?
Questo fenomeno è letteralmente “esploso” durante il lockdown dettato dalla pandemia. Tutto il comparto della logistica si è fatto trovare pronto e, in breve tempo, si è organizzato per fare fronte alla richiesta. Il monitoraggio delle spedizioni, lo stato di avanzamento, lo scambio dei dati, sono stati i temi al centro di tale “boom”. Realtà come la nostra azienda già da tempo si erano strutturate su sistemi di interconnessione dati e su una configurazione organizzativa improntata alla sostenibilità. Col tempo sono riuscite, quasi nell’immediato, ad adattarsi alla richiesta e a soddisfarla a 360 gradi.