È tempo di estate, di mare, di sole, di relax e di meritato riposo per i milioni di lavoratori che approfitteranno delle ferie per ricaricarsi e ripartire a settembre freschi e pronti per un nuovo inizio. Ma una domanda è lecita: la Logistica e i Trasporti possono concedersi davvero una vacanza?
Cosa accadrebbe se la Logistica si fermasse anche solo per una settimana?
Durante l’emergenza Covid tutto il mondo ha compreso quanto, al pari del settore sanitario e della pubblica sicurezza, la Logistica e i Trasporti siano fondamentali affinché un Paese non si blocchi. Letteralmente. Ci pensò ALIS, l’Associazione per la Logistica e l’Intermodalità Sostenibile, nel pieno della Pandemia nel 2020 a proporre uno scenario alquanto apocalittico che fece ben comprendere come i nostri mezzi fossero indispensabili per la consegna di generi alimentari, medicinali, materiali per l’industria fino ad arrivare poi ai tanto desiderati vaccini.
La domanda è quindi: può la Logistica andare davvero in vacanza? La risposta è NO!
Esattamente come un ospedale, una stazione di polizia o dei vigili del fuoco non possano chiudere, anche il settore della Logistica ha il compito di tenere vivo il Paese. Ad una condizione: garantire il giusto riposo ai propri dipendenti.
Il giusto equilibrio tra la mission di Trans Italia e il benessere dei propri lavoratori
Da sempre Trans Italia offre ai propri dipendenti le condizioni di lavoro migliori, in linea con le normative nazionali e i parametri ESG (Environment, Social, Governance) dell’UE affinché si garantisca sia il servizio di trasporto che il diritto inalienabile del lavoratore di staccare la spina. Ed è qui che entra in gioco un sistema di ottimizzazione delle risorse interne e di welfare aziendale che costruisce il giusto equilibrio tra la mission di Trans Italia, ovvero fornire servizi e beni alla comunità, e il benessere psico-fisico di chi, ogni singolo giorno, ha permesso, sia oggi che durante la tremenda pandemia, che l’Italia non si fermasse.