Articolo 61 del Codice della Strada, finalmente il via libera agli autoarticolati da 18 metri
Dopo una sperimentazione avviata nel 2009 per verificare la fattibilità dell’idea, si è finalmente giunti, lo scorso mese di settembre, all’approvazione della modifica dell’articolo 61 del Codice della Strada, che consentirà di portare la lunghezza degli autoarticolati dai 16,5 metri attuali a 18,75 metri. Due metri e 25 in più che, potrà sembrare poco, ma promettono una vera e propria rivoluzione nel campo della logistica.
Cosa dice il nuovo Codice della Strada
“Gli autoarticolati e gli autosnodati non devono eccedere la lunghezza totale, compresi gli organi di traino, di 18,75 m, sempre che siano rispettati gli altri limiti stabiliti nel regolamento“, recita il comma 2 dell’articolo 61 del Codice della Strada. La modifica ha incluso anche l’aggiunta di un Comma 2 Bis, che consente di estendere anche la lunghezza dei veicoli per il trasporto pubblico in aree preventivamente autorizzate: “Gli autosnodati e i filosnodati destinati a sistemi di trasporto rapido di massa possono raggiungere la lunghezza massima di 24 m su itinerari in corsia riservata autorizzati dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili”.
Quali sono i vantaggi di autoarticolati più lunghi?
Dal punto di vista logistico, allungare un semirimorchio solo di due metri e 25 potrebbe sembrare poco. Ma in realtà consentirebbe il trasporto di molta merce in più, sistemata sui pallet standard da1200×800 cm. Un autoarticolato da 18,75 metri, infatti, ha la capacità di caricare fino a 37 europallets contro i 33 dei semirimorchi standard, che all’atto pratico significherebbe risparmiare all’incirca un viaggio ogni 8.
Di conseguenza, trasportando di più con un solo viaggio, si diminuirebbe in maniera sensibile l’inquinamento e quindi l’impatto ambientale. Le modifiche andranno a ridurre anche il traffico e il numero di tratte da percorrere per ogni singolo camion. Lo scopo è quello di ottenere lo stesso risultato in termini di quantitativo di merci trasportate.
Non è trascurabile infine tale modifica che agevola, e quindi riduce, il ricorso al “trasporto eccezionale” di merce indivisibile comportando quindi anche riduzione di costo sotto questo aspetto.
Il plauso di Trans Italia
Da sempre Trans Italia punta all’efficientamento e alla sostenibilità ambientale. Va da sé che questo provvedimento è stato accolto con assoluta positività. Consentirà infatti all’intero comparto di mantenere tratte e carichi andando a diminuire l’impatto sull’ambiente e allo stesso tempo diminuendo i rischi per i viaggi.
Cosa cambia per il trasporto urbano?
Lo stesso discorso potrà essere applicato anche agli autobus per il trasporto urbano: la modifica dell’Articolo, andrà a influire anche sulla frequenza del servizio. In sostanza, si riduce la presenza dei mezzi su strada, ma la diminuzione viene compensata dalla maggiore capienza degli automezzi. L’unico vincolo, però, riguarda la scelta del percorso che un mezzo oltre i 18,75 metri dovrà effettuare. Per ragioni di spazio, e di manovra, la circolazione di tali mezzi dovrà essere relegata esclusivamente a percorsi in periferia o in zone urbane con spazi adeguati.