Dal porto di Salerno al Mediterraneo: ecco la forza di Trans Italia

L’evento annuale di Alis è stata anche l’occasione per tracciare il bilancio di un biennio alquanto movimentato, ovviamente scandito dai tempi dell’emergenza Covid durante la quale Trans Italia non si è mai fermata.
Partendo dai dati relativi al porto di Salerno, vicino la sede principale dell’azienda, fino a quelli sulle varie filiali, sparse in tutta Europa, sempre in espansione, concludendo sugli interessanti numeri sull’intermodalità, dallo short-sea alle attività sul rail (ferrovie). Vediamoli nel dettaglio:

La panoramica su linee, mezzi, trasporti e dipendenti

  • Attualmente il parco mezzi di Trans Italia dispone di ben 360 trattori Euro6 (la categoria più efficiente in termini di emissioni), a trazione alternativa LNG (Gas Liquido). Nel solo 2020, questi mezzi hanno percorso l’enorme cifra di 26.000.000 di chilometri in tutta Europa!
  • Sono 2500 invece i trailer omologati per uso stradale, marittimo e ferroviario.
  • Passando al team di dipendenti, sono ben 400, tutti a tempo indeterminato, tra conducenti e personale amministrativo presenti in tutte le nostre filiali sparse sul territorio europeo, dal Marocco alla Grecia, da Malta al Nord Italia.

Short-Sea, l’intermodalità marittima secondo Trans Italia

Il capitolo dell‘intermodalità marittima è uno dei fiori all’occhiello delle attività di Trans Italia. In ambito internazionale infatti sono ben 30 i porti serviti, utilizzati per destinazioni di traffico superiori ai 600 km. I vantaggi? Un flusso di trasporto ecosostenibile, innanzitutto, grazie al risparmio di emissioni di CO2 provenienti dal trasporto su strada. Con questo metodo infatti si percorrono solo i brevi tratti dai o per i porti di partenza/destinazione. Una politica flessibile quindi, che riesce a garantire collegamenti giornalieri grazie all’importante partnership con uno dei player del settore più all’avanguardia, in termini di ecosostenibilità: il Grimaldi Group. Una collaborazione stretta ed efficace che dura da ben 25 anni e che vede Trans Italia e il gruppo guidato dal presidente di Alis, Guido Grimaldi, condividere le stesse idee sulla mobilità sostenibile e le politiche di Green e Blue Economy.

Proprio del Gruppo Grimaldi va ricordata la messa in mare delle navi della classe ECO, di ultimissima generazione, tutte dotate dell’innovativo sistema delle Zero Emission in Port, ovvero una tecnologia che permette appunto di azzerare completamente le emissioni di carburante durante le operazioni di imbarco/sbarco. A questo poi va affiancato l’uso di un tipo di motore innovativo e di scrubber per abbattere le emissioni di zolfo lungo la costa e ripulire i mari dalla plastica. Durante la sosta in porto saranno alimentate esclusivamente dall’energia elettrica immagazzinata da batterie a litio ricaricate in navigazione.

Il settore Rail e la sede di Verona

Il settore intermodale strada/rotaia è la nuova frontiera. La soluzione di trasporto mediante container, cisterne e casse mobili su rotaia verso i grandi centri di smistamento per poi spostarsi verso i piccoli centri tramite strada ha lo stesso concetto dell’intermodalità marittima. Dalla punta più a sud dello Stivale, in Sicilia, fino al cuore della Germania, a Colonia, i trasporti via rail rappresentano una fetta importante dell’attività di Trans Italia. Se con lo Short-sea infatti si toccano le punte più estreme del Mediterraneo, con il trasporto intermodale su ferrovia/strada si arriva fin dentro al cuore del motore industriale dell’Europa centrale.

Punto strategico fondamentale per tale politica è l’Interporto Quadrante Europa di Verona, dove Trans Italia ha, dal 2013, aperto una sede. L’Interporto infatti è il primo scalo italiano per volumi di merci movimentate (ben 26 milioni di tonnellate l’anno) e raggiunge risultati eccellenti, sia in qualità di performance che di livello infrastrutturale, caso forse più unico che raro in Italia. Un centro di smistamento perfetto, considerando anche la posizione geografica strategicamente rilevante, per il trasporto in tutta Europa.

Intermodalità mista (mare/strada/ferro)

Il mix perfetto tra rail e short-sea crea infine l’intermodalità mista tra mare, ferro e ruota, che permette a Trans Italia di arrivare ovunque. Rotte dall’Italia, via ruota, fino ai porti pugliesi o del Tirreno per poi collegarsi via mare per il grande porto di Patrasso, nella zona ionica della Grecia. Oppure dalla Germania, scendendo fino allo scalo ferroviario di Verona per poi imbarcarsi a Venezia, discendendo per l’Adriatico fino di nuovo al grande porto greco. Le rotte sono tante, e in continua espansione. Esempi però di una intermodalità che permette enormi risparmi in termini di tempistiche, costi ma soprattutto emissioni, riducendo di molto il rilascio di CO2 nell’aria e togliendo dalle strade centinaia e centinaia di automezzi. Benefici immensi (tra cui anche quello di ridurre i contatti e quindi i rischi contagio Covid) che però necessitano di infrastrutture adeguate che spesso, soprattutto in Italia, vengono a mancare.

Trans Italia e i collegamenti col porto di Salerno

Trans Italia non dimentica però le sue origini e la sua sede principale, situata nella provincia di Salerno. È dal porto di Salerno infatti che Trans Italia riesce a movimentare circa 1.000.000 di tonnellate di merci l’anno. Di queste, ben il 67% procede per rotte internazionali mentre il restante 33% per quelle nazionali. Le principali destinazioni internazionali sono Sagunto e Valencia (Spagna), La Valletta (Malta) e Tunisi (Tunisia) mentre quelle nazionali più importanti sono quelle di Genova, Livorno, Catania, Palermo e Cagliari.